Nel 2006, l’Italia ha assistito alla nascita di un movimento pionieristico che avrebbe cambiato il modo di interpretare la relazione tra gli esseri umani e gli animali. La Dottoressa Francesca Sorcinelli, con la fondazione di Link Italia, ha introdotto il concetto di “zooantropologia della devianza”, una disciplina che si propone di indagare e comprendere le complesse dinamiche che legano la violenza sugli animali a quella perpetrata contro le persone. Questo approccio innovativo ha aperto nuove prospettive in molti campi, tra cui quello della criminologia, della psicologia e della sociologia, ponendo le basi per una più profonda comprensione della natura umana e delle sue manifestazioni più oscure.
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Origini e Sviluppi del Concetto di Link
Il termine “link”, che in lingua inglese significa “collegamento”, trova le sue radici come termine tecnico negli studi condotti negli Stati Uniti durante gli anni ’60. Già allora, specialisti in vari campi come la psichiatria, la psicologia forense, la giurisprudenza e la medicina veterinaria iniziarono a riconoscere una correlazione significativa tra gli atti di violenza a danno di animali e quelli rivolti verso gli esseri umani.
Tale correlazione esclude le forme di violenza su animali che sono ancora legalmente accettate, escludendo quindi dal fenomeno Link quelle pratiche di maltrattamento ancora tollerate dal quadro normativo vigente.
La sensibilizzazione su questa tematica è cresciuta in Italia, specialmente dopo alcuni casi di violenza animale che hanno particolarmente scosso l’opinione pubblica nel biennio 2015-2016, tra cui quelli che hanno visto vittime i cani Snoopy, Pilù e Angelo. Tuttavia, questi episodi non sono stati isolati, ma sono parte di un problema più ampio che continua a persistere. Tali casi hanno rappresentato soltanto la punta dell’iceberg di un problema ben più radicato e diffuso, confermando la necessità di un intervento strutturato e consapevole.
Come deve essere interpretato scientificamente il maltrattamento e uccisione di animali? Come un atto da perseguire di per sé ma anche come specifico indicatore di pericolosità sociale e quindi come fenomeno predittivo di una condotta deviante. Nel caso in cui la violenza fosse eseguita da un minorenne il maltrattamento si deve interpretare come l’espressione di una potenziale situazione di abuso che lo stesso minore potrebbe star subendo in famiglia o nei contesti ambientali che frequenta.
Approccio Multidisciplinare di Link Italia
L’approccio adottato da Link Italia per combattere questo fenomeno si articola su più livelli, combinando la formazione professionale con la sensibilizzazione della cittadinanza. L’organizzazione si è avvalsa della collaborazione con enti istituzionali e associazioni, siglando importanti protocolli d’intesa, come quello sancito in principio con il Corpo Forestale dello Stato, per garantire ad ogni azione intrapresa un supporto e un riconoscimento a livello istituzionale.
Uno dei principali traguardi raggiunti da Link Italia in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato e il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, è stato la realizzazione nel 2016 di un’indagine su un campione di 687 detenuti e 1087 casi di violenza, che ha portato alla stesura della prima letteratura scientifica italiana sul fenomeno Link. Questo studio ha messo in luce la necessità di approfondire la conoscenza del profilo dei maltrattatori di animali, delle loro motivazioni e delle circostanze in cui si verificano tali atti, al fine di migliorare la capacità di valutare il rischio sociale che essi rappresentano.
Iniziative e Collaborazioni Innovative
Il lavoro di Link Italia ha inoltre favorito l’implementazione di iniziative innovative, come la creazione a Sassuolo del primo nucleo di polizia locale in Italia specializzato nel trattamento dei casi di maltrattamento animale secondo l’ottica Link. A questo si sono aggiunti il progetto DO.MIN.A. (Donne Minori Animali) del Nucleo Anti Violenza della polizia locale del comune di Cento, che affronta la violenza in modo olistico, inclusa quella sugli animali, la nascita de La Casa dei Buoni LA CASA DEI BUONI – PROGETTO DO.MIN.A (etologiarelazionale.it), primo rifugio per minori e donne vittime di violenza domestica con animali al seguito e la nascita dell’associazione Volunteers vs Violence, finanziato tramite fondi pubblici con un bando dell’Emilia Romagna. Tutti questi progetti rappresentano esempi concreti di come sia possibile agire efficacemente contro la violenza, promuovendo al contempo la cultura del rispetto e della protezione di tutte le forme di vita.
Impatto Legislativo e Educativo
A livello governativo il 6 settembre 2023 è stata approvata all’unanimità la Proposta di Legge con primo firmatario l’Onorevole Davis Dori per la Prevenzione e Contrasto del Bullismo e Cyberbullismo, legge che contiene al suo interno il seme del Link (Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo (camera.it)). Nella Proposta si legge per la prima volta una correlazione tra violenza sugli animali e violenza sulle persone ponendo così il seme del Link. Il bullismo ed il cyberbullismo, infatti, sono intesi come l’escalation di questo fenomeno che vede come primo tassello il maltrattamento, la sevizia o l’uccisione di animali. Questa legge non solo evidenzia l’importanza di interventi educativi rivolti ai minorenni, ma sottolinea anche come la società nel suo insieme debba assumersi la responsabilità di prevenire e contrastare ogni forma di violenza. Attualmente la Proposta è ferma in Senato della Repubblica in attesa di diventare Legge. Sappiamo come la politica si muove su l’opinione pubblica e come cavalca l’onda in base alle pressioni popolari del momento, pertanto si spera che data la crescente indignazione della gente in merito ai maltrattamenti animali e purtroppo ai recenti casi di cronaca in merito, il Senato approvi quanto prima la Proposta di Legge.
Responsabilità Educativa e Sociale
Una tematica dibattuta che divide l’opinione pubblica riguarda l’esposizione mediatica di minorenni ai maltrattamenti, uccisione di animali e le relative implicazioni psicosociali che ne seguono. Francesca Sorcinelli in un intervento sui suoi canali, si sofferma sul ragionamento di che cosa si rischia nell’esporre i minorenni a tali immagini. Parte dal concetto che l’uomo apprende per osservazione ed imitazione sottolineando come i due fenomeni siano indipendenti, ovvero, si apprende anche senza la necessità di imitare perché parte dal presupposto che è impossibile impedire l’apprendimento di ciò che si vede. Alla luce di questo, quindi, siamo noi adulti che abbiamo la responsabilità educativa verso i minori (ed io aggiungerei anche verso le persone sensibili) di evitare l’esposizione visiva alle immagini di violenza. Bisogna controllare la qualità dei modelli che proponiamo ai giovani.
La Dottoressa Sorcinelli evidenzia la differenza che intercorre tra aggressività e violenza. Il primo termine, infatti, riguarda un istinto innato, positivo, specie specifico che ha come obiettivo quello della sopravvivenza della specie. Un istinto che deve essere sviluppato ed educato attraverso un processo di insegnamento e di apprendimento che consente di maturare parallelamente anche tutti quei processi inibitori che rendono l’aggressività funzionale. I freni regolatori ai quale si riferisce sono il senso morale, l’empatia curata, il senso di colpa, la ritualizzazione, l’assertività, il senso di vergogna, la compassione, eccetera. Se si cresce con modelli sociali che permettono lo sviluppo di tutto questo, allora l’aggressività sarà etologica, in caso contrario, quando l’ambiente è povero di fattori protettivi e ricco di fattori di rischio, non si potenzieranno i freni inibitori e allora si avrà la possibilità di sviluppare un comportamento disfunzionale, una devianza etologica e quindi una violenza. “La violenza non è un istinto -dice- ma un modo appreso di esprimere l’aggressività in termini deviati e disfunzionali”, continua affermando che “è tanto deviato vestirsi di violenza quando spogliarsi dell’aggressività”. Nell’ultimo caso, infatti, si assiste ad un esempio di impotenza appresa diventando pericolosi per sé stessi e per gli altri. Non si è più in grado di difendersi e di difendere. Esempi di impotenza appresa sono le donne vittime di violenza domestica. I figli vengono messi in protezione da genitori che, sia per esposizione ad atti di violenza sia per mancata protezione, non sono più in grado di difenderli.
Il 18 settembre del 2023 l’ONU si è espressa nella Carta dei Diritti del Fanciullo dichiarando che i minori devono essere protetti dalla violenza domestica e violenza sugli animali. È la prima volta che in una Carta viene citata la violenza sugli animali. L’Associazione Psichiatrica Americana nel 1987 e l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1996 avevano già inserito il maltrattamento e l’uccisione di animali tra i sintomi del Disturbo della Condotta diagnosticato nella minore età il quale è preludio del Disturbo Antisociale di Personalità nell’adulto. Possiamo dire che nel 2023 l’ONU completa il quadro con un atto di prevenzione con una dichiarazione a tutela dei minori e all’esposizione di questi alla violenza su animali.
Discorso diverso, invece, per la Dottoressa Sorcinelli, per quanto concerne alle immagini e ai video denuncia di violenze istituzionalizzate, legalizzate e governative in tutti quegli ambiti dove le investigazioni portano a galla violenze insite nel sistema in cui si sta investigando. Le violenze, in questo caso, devono essere pubblicate e portate all’attenzione civile. Il rapporto che noi abbiamo verso quelle sofferenze è un rapporto diretto perché siamo tutti coinvolti. Questo perché la sofferenza di quegli animali dipende dalle nostre scelte quotidiane di consumatori. Possiamo fare la differenza su questi maltrattamenti oltre che essere un atto doveroso verso i diritti di quegli animali.
Visione Rivoluzionaria di Francesca Sorcinelli
Francesca Sorcinelli, attraverso il suo impegno e le sue ricerche, ha contribuito in modo determinante a porre le basi per un cambiamento culturale profondo, che riconosce l’importanza di proteggere i più vulnerabili, sia essi animali o esseri umani, e di promuovere modelli sociali basati sull’empatia, sul rispetto e sulla responsabilità. La sua visione, che distingue tra aggressività, un istinto naturale e potenzialmente positivo, e violenza, un comportamento appreso e socialmente deviante, offre una chiave di lettura essenziale per comprendere e affrontare le radici profonde di questi fenomeni, aprendo la strada a strategie preventive e educative capaci di costruire una società più giusta e rispettosa di ogni forma di vita. A lei e a tutte le persone coinvolte in questo progetto Link Italia va la mia più completa stima e il mio più profondo ringraziamento.
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